Come nascono le cornici

storia delle cornici

Una cornice non è solo un oggetto che racchiude un quadro, ma può avere un significato molto più profondo. Per capire cosa può rappresentare è importante scoprire come nascono le cornici, qual è la loro storia, quali sono i materiali che vengono utilizzati per crearle. Esistono così tanti tipi di cornici che è difficile classificarle ma in generale si possono dividere tra le cornici in stile classico e quelle in stile moderno. Le prime sono quelle che vediamo ai musei, nelle ville d’epoca e in luoghi dall’aspetto antico: il loro profilo è spesso, sono decorate e molto vistose. Le seconde invece sono quelle che possiamo vedere negli edifici di design, in contesti in cui si predilige uno stile minimale ed essenziale: il loro profilo è sottile, non sono appariscenti e puntano su colori molto sobri. Andiamo a vedere come si crea una cornice e quali sono le sue caratteristiche principali.

Un po’ di storia su come nascono le cornici

La pratica di incorniciare le opere d’arte è apparsa per la prima volta nell’arte italiana intorno al XIII secolo. Durante questo periodo, gli artisti spesso dipingevano su pannelli di legno e facevano in modo che l’esterno formasse una modanatura rialzata. I primi dipinti che venivano incorniciati erano tipicamente religiosi e furono integrati direttamente nell’architettura della chiesa. Le cornici erano solitamente in stile dopo le modanature che adornavano le porte e le finestre. Se all’inizio la cornice aveva solo lo scopo di proteggere il dipinto, nel XVI e XVII secolo gli artisti iniziarono ad abbandonare i dipinti su tavola per passare ai dipinti su tela, e in questo modo le cornici divennero più simili a quelle che vediamo oggi. Ogni parte del mondo aveva il proprio stile di telaio e materiali unici, in particolare lo stile barocco italiano ha influenzato lo stile decorativo utilizzato da Luigi XIII. Dallo stile barocco si passò poi al rococò, con intagli e decori dorati. Con il tempo, lo stile di cornice divenne simbolico, come un timbro con cui il proprietario dell’opera si identificava. Con l’arrivo degli impressionisti le cornici iniziarono ad essere più semplici, per dare più importanza alle pennellate del quadro. Questa è la storia in breve di come nascono le cornici, da qui in avanti il mondo si divise tra chi amava le cornici semplici e chi invece le preferiva preziose e ricche di ornamenti. 

Le caratteristiche principali di ogni cornice

Ogni aspetto di una cornice è importante, per questo dovrebbe rimanere intatta, in modo da non perdere mai il suo valore anche con passare del tempo. Ma per capire come nascono le cornici bisogna innanzitutto analizzare i materiali e le tecniche con cui vengono realizzate, per questo andremo ad analizzare i punti più importanti.

Il legno, materiale più utilizzato per creare cornici

Il materiale più utilizzato in assoluto da sempre è sicuramente il legno, che viene accompagnato dalla tecnica della troncatura o la giunzione a sovrapposizione. Il legno che veniva utilizzato in passato per le cornici non era sempre lo stesso, e non lo è tutt’ora, in quanto è sempre stato indicativo del luogo in cui veniva realizzato. Ad oggi le possibilità sono aumentate, ma quando hanno iniziato a realizzare le prime cornici, il legno era un materiale rappresentativo di un particolare gruppo culturale.

Ne sono un chiaro esempio le cornici italiane, spesso composte da pioppo o noce, diverse dalle cornici olandesi, spesso composte da legno di tiglio. Questo per dire che la struttura in legno di una cornice può dirci molto sulla sua storia e sul suo paese d’origine. Proprio per questo le cornici fanno parte del valore di un’opera d’arte, andando a renderla unica grazie a delle caratteristiche particolari.

Cosa si può trovare sul rovescio della cornice

Le cornici per quadri vengono utilizzate per proteggere l’opera d’arte, ma anche per valorizzarla, e anche il suo rovescio viene ritenuto importante. Nella parte posteriore infatti si possono trovare informazioni importanti, come le firme o le iscrizioni. Non sempre questi dati vengono resi visibili, a volte è necessario utilizzare una torcia con luce ultravioletta o la riflettografia a infrarossi, capace di mostrare resti di scrittura invisibili ad occhio nudo.

Quando una cornice viene trasferita da un paese all’altro, nel rovescio si possono trovare anche indicazioni che riguardano le dogane internazionali o altri riferimenti di spedizione. Ogni etichetta, che sia rilevante oppure no, non andrebbe mai tolta perché traccia la storia di proprietà dell’opera nel tempo, molto importante per quanto riguarda il collezionismo.

La lavorazione degli ornamenti

Gli ornamenti decorativi li troviamo sulle cornici classiche e storiche, possono essere scolpiti a mano oppure tramite l’uso di scalpelli. Altri strumenti che vengono utilizzati sono quelli specializzati per la lavorazione del legno oppure modellati utilizzando un materiale chiamato composizione. Quest’ultimo è composto da olio di lino, polvere di gesso, resina e colla: veniva pressato a caldo in uno stampo e si distingue dal legno per l’assenza di sotto intagli, presenti invece in una cornice che viene intagliata a mano. Gli ornamenti non si utilizzano più nelle cornici in stile moderno, mentre nelle cornici più classiche si utilizzano tecniche più tecnologiche per imprimere le decorazioni. Possiamo però vederli sulle cornici storiche, ad esempio quelle dei musei o in ville d’epoca.

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